di Peppe D’Orazio
Prologo
Non ho le conoscenze ed il carisma che aveva Sergio Michel, autore nel 2004 de “La vita dello Snipe in Italia”, il libro che ha iniziato a farmi conoscere l’anima che c’è dietro le regate della barca che uso da 13 anni. Ma in questi giorni di vita sospesa causa Covid, tra le mura di casa ed i pochi impegni da sbrigare, ho tempo libero, cosicchè sedermi davanti al computer, abbandonare subito le pagine web che di default compaiono e cominciare a scrivere è divenuto un automatismo ed un piacere precedentemente non conosciuto.
Ora che la prima generazione di velisti della mia zona è quasi tutta scomparsa, ho cercato di raccogliere e scrivere i ricordi ancora disponibili per evitare che la storia dello Snipe in Abruzzo si perdesse definitivamente. D’altronde la mia età mi fa essere la cerniera tra due successive generazioni ed ancora mi consente di essere obiettivo e, spero, non noioso, nel raccontare un’epopea che non ho vissuto, avendo allora circa 10 anni e nessun rapporto ancora con la vela.
Ringrazio perciò chi mi ha aiutato facendomi conoscere avvenimenti a cui non ero presente e cioè Luca Nicolaj, Pigi Ciammaichella, Giovanni De Carolis, Giovanni Muzii, coetaneo dei nostri regatanti del secolo scorso, ma unico velista non Snipista e perciò memoria imparziale di quell’epoca, Marina Puccinelli e Valentina Villanucci.
Un ringraziamento particolare a Daniela Semec, segretario nazionale della classe Snipe per la ricerca dell’ atto costitutivo della flotta e per l’ aiuto sempre prestato e gradito
Ringrazio chi mi ha preceduto nella gestione della Flotta dalla sua ricostituzione: Pigi Ciammaichella, Gianfranco Piselli, Pino Borghese e chi avrà la pazienza di leggere fino alla fine.
La flotta Aternum
Negli anni a cavallo del 1964, anno in cui l’Unione delle Società Veliche Italiane (USVI), cambiò la sua denominazione in Federazione Italiana Vela (FIV), l’Abruzzo era assai poco coinvolto nelle vicende sportive veliche. Era in ritardo in tutto rispetto a tante altre regioni d’Italia, in quanto per secoli eravamo stati periferia del Regno Borbonico e terra di pastori, transumanti sui tratturi per trasferire le loro greggi in Puglia. In campo velico, argomento storicamente meno importante, ma comunque oggetto di queste brevi note, non vi erano tradizioni ne’ sportive ne’ cantieristiche e neanche una storia da raccontare, a differenza delle regioni nostre confinanti, affacciate sul mare, quali Marche, Lazio e Campania. Il mare per noi era solo una risorsa alimentare sorretta per lo più dalla piccola pesca, fatta con le paranze e le lampare, che costringeva quella parte della marineria locale, che era in grado di praticare anche la pesca atlantica, ad imbarchi disagevoli su mari lontani. In quegli anni iniziava anche l’uso turistico, diffuso e non elitario, della costa e di tutto ciò che vi era connesso.
Per la vela guardavamo sempre alle Marche con cui per anni abbiamo costituito, in modo non paritario, una delle Zone più lunghe d’Italia: da Gabicce, in Romagna, a Vasto, al confine tra Abruzzo e Molise.
Per regatare bisognava essere tesserati alla USVI ed ad un Circolo ad essa affiliato che fosse il più possibile vicino a casa, dato che gli spostamenti avvenivano allora in camion, treno ed eccezionalmente su carrelli stradali quasi sempre autocostruiti. Ma lo Snipe, anzi il Beccaccino, perchè allora lo chiamavano così, c’era già da noi da una decina di anni, pesante molto più dei 194 Kg regolamentari, di costruzione non raffinata, magari anche con qualche problema di stazza, dato che molti erano fatti in casa e a volte anche con un’interpretazione liberale dei disegni di Bill Crosby.
Erano stati il Club Vela di Porto Civitanova, costituitosi nel 1952, e poi quello di Giulianova nel 1961 ad accogliere come soci i primi Snipisti pescaresi: Alfredo Puccinelli e Rodolfo Villanucci, Luca Nicolaj ed Enzo Tintorelli; li metto in quest’ordine in quanto Alfredo, esule dàlmata riparato a Pescara, aveva conosciuto da bambino la nostra barca ed il nostro sport a Zara nell’intervallo tra le due grandi guerre ed a sua volta lo aveva fatto conoscere in Abruzzo. Il primo Snipe di Alfredo e Rodolfo era “Furietto”, ovviamente in legno, e Aternum- nome del primo insediamento nel I^ secolo a.C. della nostra città sulle fiume allora omonimo-, il nome della loro Flotta. A questo si aggiunsero “Mizar” di Nicolaj e Tintorelli, “Giulia” di Angelo Pierangeli e Claudio Franceschelli, “Guapa” di Sergio Franci, “Tequila” di Rino Libertini. “Furietto” in seguito passò a Fausto Barcaroli.
La Flotta ormai costituita con 4 o 5 barche, venne registrata alla SCIRA nel 1961 e partecipò, pur se condizionata da difficoltà logistiche e sicuramente economiche, data la onerosità delle trasferte, a regate nelle Marche e nella Romagna, sembra anche con qualche risultato lusinghiero. I primi due equipaggi sopra nominati, gli unici che mostravano interesse a farsi strada in campo nazionale, comunicavano via via alla segreteria di classe le classifiche delle regate zonali e grazie ad esse si guadagnarono la selezione al Campionato Italiano di Piombino. La foto allegata mostra Puccinelli e Villanucci (numero velico 11327) alla prima boa di bolina davanti a Vittorio Porta e Dodo Gorla. La regata non era poi finita come quella foto aveva fatto sperare.
Tratto dal registro storico SCIRA
Un’altra testimonianza di una loro frequentazione assidua dei campi di regata sta anche nell’incarico che mi dette Alfredo, in occasione della prima nazionale alla quale partecipai con mia moglie a Rimini nel 2009, di portare i suoi saluti, ricambiati, a Giancarlo De Carolis, Franco Lodoli ed a Giorgio Brezich, da lui conosciuti in quegli anni pionieristici.
Furono sempre le due barche a partecipare anche ad altri Campionati Italiani o a Regate Nazionali a Santa Margherita, Rapallo, Genova, Trieste, Chioggia, Monfalcone, sui laghi di Como, di Garda, di Lugano, Maggiore ed ogni volta erano più di mille chilometri……. senza autostrade. In confronto regatare a Rimini e Riccione era quasi stare a casa.
Nel 1965 qualcuno, Nicolaj e Tintorelli, senza ambizioni di classifica, ma con il miraggio di una barca nuova e più accessibile di quelle di D’Isiot (Il DBR1 dell’epoca), arrivò finanche a Malaga per una regata, trainando un improbabile carrello, sostituto del treno o del camion, con sopra caricato uno Snipe avuto in regalo: un catorcio destinato al sacrificio. Passarono senza difficoltà due frontiere, accorti a far risultare per iscritto il trasporto della barca. A Barcellona, nel cantiere Roga, sostituirono la barca sacrificale con uno Snipe fiammante. Parteciparono alla regata di Malaga senza successo, come era previsto, e con qualche danno. Dopo una nuova sosta in cantiere per una riparazione e con la complicità del foglio della classifica passarono nuovamente senza problemi la dogana, anche perchè i finanzieri spagnoli erano intenti solo a cercare nella barca eventuali bottiglie di Fundador, la classica merce di contrabbando per gli italiani che rientravano dalla Spagna.
La presenza di una Flotta di derive regolarmente costituita ed iscritta alla SCIRA, la nostra Flotta Aternum, e l’arrivo delle prime barche da crociera sul Porto Canale del fiume Pescara, crearono un polo di interesse in una zona centralissima di Pescara, sul lungofiume, ai piedi del Palazzo Comunale ed immediatamente visibile dall’allora unico ponte che congiungeva le due parti della città. Complice il miracolo economico di quegli anni (Pescara era stata rasa al suolo dalla guerra e la ricostruzione fu il volano per l’edilizia e le attività ad essa legate) si creò così un inatteso interesse per la nautica e nacque il progetto per la costituzione di un sodalizio sportivo che raccogliesse i velisti ed i primi appassionati di motonautica.
Nel 1961 per iniziativa di Alfredo Puccinelli, Rodolfo Villanucci, Bernardo Dolci e mano a mano di altri appassionati fu costituito il Club Nautico di Pescara, che nel 1962 ottenne la affiliazione alla FIV e raccolse gli Snipisti locali, fino ad allora tesserati altrove. La prima sede del Club sul lungofiume nord del Pescara fu una serra da fiori trasferita dalla villa del Marchese Farina, primo Presidente, e l’attività Snipe fu all’inizio il motore del Club Nautico, che poi visse di vita propria, mentre la Flotta esaurì le sue energie intorno al 1964, sostituita nelle derive dalle Classi più vicine al nuovo corso della Federazione Italiana Vela e sovrastata poi dal preponderante sviluppo delle Classi IOR.
Probabilmente l’ultima regata Snipe in Abruzzo fu ad Ortona nel 1967, come ricorda Giovanni De Carolis che vi partecipò, emozionatissimo perchè fuori regola dati i suoi 12 anni, insieme al padre ed avendo come antagonista tra gli altri Eleno Baruffaldi, uno dei primi a produrre in Italia Snipe di vetroresina.
Nei pochi, bellissimi anni di attività velica del Circolo Nautico di Silvi, intorno agli anni ‘80 partecipavano alle regate multiclasse, disputate con i numeri di Portsmouth, anche trenta barche tra cui due asmatici Beccaccini interamente in legno, forse quelli di un tempo, con al timone Tonino De Carolis e Sabatino Spezzaferro.
Allora nemmeno “ce li filavamo”, ma nel 2004 Roger Olivieri, Pescarese di nascita e di iniziazione velica, portò a Pescara e presentò il suo nuovo Snipe e nel 2005 la famiglia Ciammaichella, Franco Di Gregorio, Pio Lizza, Marco D’ Ambrosio, Guido Ciuffo, Andrea Tisselli e Mario Di Pilla “un gruppo di malati di vela di una certa indicibile età con gli obiettivi di non perdersi nei labirinti delle classi circensi e giovanili di questi tempi, e di non perdersi alla vela agonistica praticata in deriva” ricostituirono la Flotta, mantenendone lo stesso nome in segno di continuità ed affetto. Purtroppo non fu possibile riavere lo stesso numero identificativo attribuito da SCIRA alla sua prima costituzione, ma siamo eredi del nome, della Sua Storia, della vicinanza fisica dei pochi Snipisti della prima ora e del ricordo dei Suoi Soci Fondatori, più numerosi.
Non abbiamo dalla nostra la storia militante e la numerosità di tante altre flotte, non abbiamo un Palmares significativo, ma nondimeno ci sentiamo parte di quella famiglia che ho scoperto essere la Classe Snipe, che due anni a Caldonazzo fa definii la mia “famiglia allargata”, sentendo il dovere di festeggiare con voi la nascita del mio primo nipote. Siamo noi tutti una prima generazione di Snipisti, a differenza di tanti rigogliosi alberi genealogici, ma con la voglia di crescere e di passare il testimone ai più giovani. Ma ahimè l’ultimo entrato ha 76 anni e non riesco a convincerlo a fare il Master di Ledro 2021, ed io stesso sto saltando la generazione dei miei figli.
Finora però, soprattutto per merito di chi mi ha preceduto alla guida della classe, c’è stata una costante attività a partire dal 2005; nel 2010 e’ stato organizzato dalla Lega Navale di Pescara Il Campionato Italiano Assoluto e Juniores, nel 2020 dal Circolo Velico La Scuffia il Campionato Italiano Assoluto. Poi regate nazionali nel 2006, nel 2008, e nel 2013 presso Lega Navale Italiana, ed ancora nel 2017 presso il Club Nautico Pescara, ultima sua regata prima del forzato scioglimento dopo 57 anni di attività appassionata, iniziata con una regata di Beccaccini e finita con una regata Snipe. Nella nostra IX^ zona è stato sempre disputato il campionato zonale, ininterrottamente, dal 2006.
La Flotta è cresciuta e si è mantenuta con numeri stabili e con passione crescente fino a diventare, già nel 2019, una realtà numericamente consistente per la nostra zona; il numero di iscritti alle regate è ormai pari anche alle classi Laser, alla classe Optimist ed alle classi HobieCat, Dragoon, Feva. Spiace dirlo, ma i nostri (pochi) numeri restano stabili mentre scendono invece quelli delle altre classi.
Lo Snipe è “una barca vecchia, pesante, che non plana, che non ha lo spi, non ha il trapezio, che è scomoda perché ha timone fisso e deriva a baionetta”, ma chi sostiene questo e vi si adegua poi non sa dove andarsi a riciclare, entrando nel ciclo dei rifiuti velici, i più difficili da smaltire.
Peppe D’Orazio