Nella vita c’e’ sempre una prima volta: la prima sigaretta, la prima cotta andata male, il primo bacio e per noi velisti anche la prima uscita in barca. Una volta c’era anche un’ altra iniziazione, prettamente maschile, affidata anch’essa ad una diversa “nave scuola”, in calze a rete ed abbigliamento minimale, ma dalla mia generazione in poi la pratica e’ stata abbandonata ed affidata all’ inventiva di ciascuno. Anche Icaro e’ stata e continua ad essere per quasi tutti noi velisti della Flotta Aternum la prima esperienza.
Andando indietro nel tempo lcaro fu costruito, si dice per suo uso, da Giovanni Lillia (consiglio la visione su YouTube di ”I Cantieri Lillia- Hotel Patria”), come risulta da certificato di stazza originale, conservato nell’archivio della Classe. Fu poi acquistata dal padre di Michele Paoletti ed impiegata per qualche regata fino ad essere abbandonata in un circolo velico. Ritrovata piena d’ acqua e fango da Fabio e Daniela Rochelli e’ stata riarmata con pezzi di varia provenienza ed affidata per l’ italiano 2006 di Trieste a Michele stesso, derivista a tutto tondo, olimpionico a Sidney sul Soling nel 2000 e tattico di Azzura dopo la rinuncia di Santiago Lange.
Nel 2006 si piazza terzo assoluto e 2^ degli italiani all’ Italiano Snipe di Trieste 2006; viene portato al mare a Pescara per la prima Nazionale della Flotta Aternum del 2007, viene acquistata da Gianfranco Piselli e Pino Borghese.
Da allora e’ stata sempre presente alle nostre regate con a bordo : Gianfranco, dopo una sveltina con Dromedillo, poi Pino, Angelo Galli, Salvatore Dolce, Giovanni Dolce, Dante Valente, Alberto Azzariti, Martina Borghese, Antonello Felli, Nicola Tavano, Nicola D’Angelo. Tutti questi hanno regatato in manifestazioni ufficiali ma anche noialtri ne abbiamo approfittato per una uscitina. Last but not least Fabio Cosentino e Roberto Pasini hanno fatto una dignitosa prima esperienza in campo nazionale con i migliori della Ranking List dato che i mediocri ed i peones erano rimasti a casa. Dal novero dei big escludo, solo per per modestia naturalmente, noi locali.
Oggi 178 chili di vetroresina, storia e ricordi e badate bene dopo un lifting – un push up sul di dietro ed una allisciata al timone ed all’ opera morta- fatto da Fabio Cosentino ASPETTANO UN NUOVO VELISTA.
La barca non e’ illibata ma puo’ dare ancora grosse soddisfazioni
Peppe D’Orazio per conto di Claudio De Felice (la Maitresse)