Grazie alla disponibilità di Enrico Michel/DB Marine, questo il risultato del virtual clinic
Antonia Contin
Intanto ringrazio la super segretaria Daniela Semec e Enrico Michel per l’idea!
Domanda tecnica a Enrico:
Ha senso avere diverse centrature per diverse rande? In che modo adatto l’albero a una randa grassa? E in che modo adatto l’albero a una randa magra? Anche la tensione delle sartie viene modificata?
Per la domanda rispondo chiedendo poi l’aiuto poi degli altri velai della classe, e dei super esperti che la frequentano.Teoricamente si, ogni randa vorrebbe una sua regolazione. La regolazione dovrebbe essere in funzione della curva d’inferitura, ma anche della posizione del massimo grasso. Una randa con tanto giro d’albero vuole un albero più flesso di una con poco giro.
Cosa, secondo me, importante è la sensazione sul timone, e la sua neutralità. Se neutro o al più poco orziero allora la barca è regolata bene, dipende dai gusti.
Provo a rispondere punto per punto:
Ha senso avere diverse centrature per diverse rande? A mio avviso no o con scarti minimi, le differenze di tensione e curvatura dell’albero che necessariamente ci dovrebbero essere tra rande con grasso diverso non sono così rilevanti da cambiare in maniera sostanziale la centratura/assetto della barca
In che modo adatto l’albero a una randa grassa? Come giustamente evidenziato da Diego bisogna prima di tutto capire “dove” la randa in questione viene ad essere più grassa. Ci sono sul mercato delle rande, per esempio, dove il velaio ha puntato molto a rendere più potente una specifica parte della vela (spesso la parte in prossimità della stecca alta). Ipotizzando una randa che sia più potente con una distribuzione del grasso uniforme (e probabilmente con un giro d’albero maggiore) dovremo andare a lavorare sulla lunghezza delle crocette aumentandolo di circa 5-10 mm per rendere la randa più gestibile in particolare quando l’intensità del vento aumenta.
E in che modo adatto l’albero a una randa magra? Al contrario una randa magra richiederà una crocetta corta e non troppo chiusa per evitare, con vento medio e forte, di dare troppa flessione all’albero e depotenziare una vela che nasce già magra
Anche la tensione delle sartie viene modificata? Certamente sì. Oltre alla maggior tensione che tutti andiamo a dare con l’aumentare dell’intensità del vento dovremo calcolare anche di aver sempre un maggior carico sulle sartie quando utilizziamo una randa grassa rispetto ad una randa magra.
ATTENZIONE!!! Abbiamo quindi detto che la randa grassa vorrà un maggior carico di sartie e probabilmente una crocetta più lunga. Fondamentale, a questo punto, verificare che l’albero in assetto di bolina (qui il prodiere dovrà traguardarlo dalla mastra verso l’alto) non vada a creare una “S” in prossimità della crocetta. In questo caso potrebbe essere bene retrocedere di un buco verso poppa l’attacco delle sartie e ricominciare il processo visto qui sopra.
Quale e’il peso minimo della deriva?
Mantenendo naturalmente il peso minimo e’possibile alleggerire la parte superiore e in che caso conviene?
La stazza dello snipe NON prevede un peso minimo della deriva ma spiega che deve essere obbligatoriamente di alluminio con uno spessore costante compreso tra i 9,5 ed i 10,5 mm.
Questo ti porta di fatto ad avere una deriva di peso compreso tra i 10 ed i 12 kg. circa, la cui differenza dipende dalla misura del “buco” di alleggerimento che viene fatto nella parte alta della stessa.
Anche qui la stazza ci indica con precisione che la massima apertura possibile di detto “buco” deve essere tale da lasciare 51 mm di alluminio laterali ed altrettanti nella parte superiore al segno di stazza.
Il vantaggio di alleggerire al massimo la parte alta della deriva sta nel fatto che il peso risparmiato può servire ad alleggerire una barca troppo pesante o – se questo non è il caso – essere posizionato sul fondo della barca (nel rispetto del MOI della stessa) per ottenere un abbassamento del baricentro della barca nelle andature portanti, quando cioè la deriva viene alzata.
C’è però una controindicazione: aprire un buco delle dimensioni massime sopra descritte fa sì che la deriva, in condizioni di vento forte, possa cominciare a torcere (ATTENZIONE, “torcere” che è negativo e non “flettere” che è positivo). E’ questa la ragione perché le derive di alcuni cantieri costruttori presentano dei buchi grandi ma asimmetrici in maniera da evitare questo inconveniente.
Borghese Giuseppe
Per un equipaggio di 160 kg e forse piu ‘,oltre alla dieta del sottoscritto,consigli il gold o lo standard , che apertura e lunghezza crocette
Segnalo anche che da circa un anno esiste sul mercato l’albero di Superspar il quale, pur avendo un profilo abbastanza simile al SW, presenta una maggior rigidità sia laterale che longitudinale. Noi lo abbiamo testato in allenamento ma non siamo riusciti a raccogliere un numero di dati sufficiente per poter dare un giudizio.
Per quanto riguarda le crocette suggerirei la misura più corta possibile, quindi 40 cm con un’apertura attorno ai 72 – 73 cm.
Ciao a tutti!! Sono alla prima esperienza sullo snipe insieme al mio prodiere Pierpaolo Petrelli. Abbiamo in prestito uno snipe del cantiere Fiberglass di fine anni 80. Avete esperienza su questo tipo di scafo? Impressioni, consigli sulla conduzione e centrature? Grazie, un saluto!
Ciao Federico, purtroppo non ho alcune esperienza per quanto riguarda il Fiberglass non avendoci mai regatato. Immagino che, avendo una prua piuttosto sottile, risulti un po’ “nervosa” in particolare in bolina con un po’ d’onda. Ti passerei delle misure standard per quanto riguarda la centratura che potrebbero essere una buona base di partenza sulla quale lavorare per trovare il tuo miglior assetto:
Crocette: dipende un po’ dal peso dell’equipaggio – in media lunghezza 41 – 41,5 cm ed apertura attorno ai 72 – 74
Rake:
vento leggero 656 cm con una tensione sartie di 18-19
vento medio 654 cm con una tensione di 19-20
vento forte 650-652 cm con una tensione di 21
ATTENZIONE! Il bolzone della coperta a poppa sulla tua barca è piuttosto accentuato, probabilmente devi togliere 1 cm alle misure che ti sto passando – sarebbe bene comparare detto bolzone con quello di un Persson)
Detto questo io rigirerei la questione ad Andrea Piazza che con il Fiberglass regata da una vita e che ritengo essere la persona giusta per confermare o modificare le indicazioni di cui sopra.
“il perno del piede dell’albero va posto ad una misura di 39,5-40 cm dalla parte anteriore del buco della cassa di deriva. Sartie, tensione e crocette come consigliato dalla veleria. Io ho dovuto segare la mastra posteriormente per fare venire l’albero più indietro. Controlla che le preflessione sia corretta con le misure consigliate dal velaio. In navigazione con vento superiore a 5-6 m/s controlla la flessione laterale dell’albero in maniera che sia dritto o fletta sottovento. Controlla anche che la randa non faccia pieghe dalla crocetta al fondo del boma perché se le fa vuol dire che l’albero flette troppo e devi quindi aprire le crocette.
Io ho spostato verso prua gli attacchi delle sartie di 3 cm in modo da poter avere la stessa misura da prua dei moderni DB-R1. Se l’equipaggio è leggero (cosa che non capita da anni) e l’albero flette un po’ sottovento non è male… io lo tengo diritto e con vento forte appena flesso sottovento. In queste condizioni tirare uno o due buchi le sartie come da misure fornite dalla veleria. Le misure del rake vanno prese tenendo conto di uno o due cm in meno rispetto agli standard perché il bolzone a poppa è molto pronunciato. Controlla anche che l’albero sia diritto (non penda cioè da un lato) misurando la lunghezza delle sartie e traguardando da poppa. Attenzione agli spessori laterali in mastra (generalmente c’è qualche mm di differenza tra dx e sx). La barca ha molto più volume a prua rispetto ai Lillia e quindi si infila poco nelle onde ma è un po’ più lenta dei moderni DB-R1. Importante mettere degli spessori in modo da portare all’interno i punti scotta del fiocco (circa 3 cm per parte). Io ho messo uno spessore di 2 cm circa ed un secondo bozzello parallelo così da poter, in caso di vento forte, poter usare quello esterno originale. Devi misurare la distanza tra i due bozzelli del fiocco e spessorare fino ad arrivare alla misura delle barche moderne (68-70 cm ndr). L’archetto della randa l’ho eliminato e mi arrangio con il vang. Per alzare la deriva ho messo il gancio con i tagli sulla deriva stessa.”
Ciao Enrico e ciao a tutti.
Ho le sartie in Dyform,la mia impressione e’ che la barca cammini meglio con una tensione inferiore di circa 2 punti rispetto alle tradizionali.
In altre parole con vento fino a 10 nodi mi sembra dia il meglio con tensione 17 e non 19.
Che mi dici?
le sartie in Dyform sono più rigide e (per quanto poco) hanno un allungamento inferiore a quelle standard. Direi che la tua osservazione è corretta, in particolare con un po’ d’onda come siete abituati voi a Pescara. Tenere una tensione leggermente più bassa, nelle condizioni descritte, contribuisce a dare un po’ di potenza in più alla barca.
Federico Cerimele
Ciao a tutti!! La regolazione dell’archetto della randa posso utilizzarla allo stesso modo di un carrello come su altre derive? Perché alcuni scelgono di escluderla?
Ciao, volevo un chiarimento,
nei 172,8 kg minimo peso ora e’ inclusa la scotta del fiocco o rimane ancora il vecchio sistema?