Giovanni Ceccarelli, uno snipista alla ribalta internazionale

Giovanni in Snipe

“Chi conosce Giovanni Ceccarelli, uno dei più noti yacht designer di livello mondiale del nostro Paese, ne apprezza la straordinaria umiltà, a dispetto dei numerosi campionati del mondo vinti dalle barche che ha disegnato sin dai tempi dello Ior e della sua bravura in barca.

Figlio d’arte, come papà Epaminonda che negli anni cinquanta veleggiava in Romagna con il suo “Beccaccino” rosso, anche lui ha deciso, qualche anno fa, di regatare in Snipe.Giovanni al Giglio

Negli ultimi due anni e mezzo non lo abbiamo visto sui campi di regata perché facente parte del team di ingegneri incaricati del recupero del relitto della Costa Concordia, la grande nave semiaffondata all’isola del Giglio. Talvolta, dietro le insistenze mie e di Giovanni Stella, ci aveva promesso di venire a questa o a quella regata ma poi non è mai riuscito a tornare a bordo del suo Ita 30688 mettendolo tuttavia a disposizione per la promozione della Classe con la sua consueta generosità, come avvenuto recentemente al “Piada” e alla “DJ regata”.

Non tutti sanno che ci sono le sue intuizioni alla base delle ardite ed efficaci scelte tecniche per il raddrizzamento e il successivo galleggiamento della nave. Come usava fare il suo geniale papà Epaminonda, Giovanni buttò giù su di un foglio uno schizzo con le sue idee che piacquero subito ai responsabili del gruppo di progettazione italiano e che poi furono adottate, a dispetto dell’iniziale scetticismo degli ingegneri e degli esperti delle altre nazioni coinvolte nel pool tecnico.Giovanni sulla nave

Bravo ingegner Giovanni da parte di tutta la Classe Snipe italiana: ti aspettiamo in regata !

Alberto Perdisa”

Alberto e Giovanni

Di seguito pubblichiamo un suo breve comunicato che troverete anche sul sito ufficiale www.ceccarelliyachtdesign.com.

Giovanni Ceccarelli  dopo la conclusione della rimozione del relitto della Costa Concordia ora ormeggiata a Genova.

  • “E’ per me un’ onore avere lavorato senza sosta  dai primi di febbraio 2012 in un progetto così importante  per la nostra Nazione che ci da credibilità nel mondo.
  • Tutto è  partito da una telefonata  e da una mia idea su come girare la nave il resto è ormai storia.
  • Il recupero della Concordia è un momento d’ingegneria Italiana molto importante, che ha dovuto considerare l’ostilità dell’ambiente ma anche il suo rispetto, le dimensioni della nave non hanno certo reso facile l’impresa.  E non avevamo molte altre possibilità se non di riuscire a portarla via intera.
  • E stato un grande lavoro di squadra dove le ditte italiane, in primis Micoperi, hanno avuto un ruolo di primo piano.
  • La nostra società è abituata a pensare che può addomesticare ogni cosa, che tutto può essere previsto. E’ in gran parte vero per le tecnologie di cui disponiamo, tuttavia un margine di ignoto resta sempre. Sono un conoscitore vero del mare, ho navigato fin da ragazzo e so che resta un’ ambiente da rispettare e non da sfidare.
  • Nessuno si era  mai dedicato a un recupero così difficile, di una nave così grande, in una situazione ed un contesto  così delicato. E’ ovvio che ha  presentato dei rischi  anche importanti,  ma che hanno fatto parte del gioco, sono rischi che dovevano  essere affrontati  in modo scientifico e con le risorse necessarie che Costa ci ha messo a disposizione.”