Alcune domande ad Antonio Bari

Mini intervista del Segretario Andrea Piazza ad Antonio Bari
Andrea Piazza
Andrea Piazza

Ciao Antonio. Intanto complimenti per la tua recente nomina nel board come Chairman del Comitato per le Regole.

Grazie. Per me è ovviamente un onore essere stato scelto per un incarico così importante, anche perché i miei predecessori (Ted Wells, Dan Williams, Brainard Cooper e Giorgio Brezich) sono stati personaggi che hanno fatto la storia dello snipe e cercherò di fare del mio meglio. Soprattutto in un momento come questo in cui ci sono state polemiche su alcune decisioni del Board con successivi dietro-front o congelamento di decisioni già prese. Servirà una notevole concertazione per proseguire sulla strada intrapresa e penso che il Comitato per le Regole che è stato nominato sarà certamente all’altezza di un simile compito.
Per ora il primo impegno è quello di trasformare il regolamento di classe nel formato ISAF: Giorgio aveva iniziato il lavoro, ma non è cosa semplice in quanto i formati sono completamente diversi; poi, su sollecitazione dello stazzatore capo, lo spagnolo Espada, affronteremo alcuni problemi non precedentemente risolti sulle stazze e per finire cercherò di portare a compimento le modifiche proposte in passato, che sono state posticipate per l’opposizione di alcune nazioni, come ad esempio la lunghezza delle stecche.

Desidero farti alcune domande.
1. Puoi descrivere cos’è una flotta snipe e perché non tutte le classi hanno le flotte?
La flotta è un sistema di organizzazione dell’attività a livello locale per favorire lo sviluppo della classe. Ha una struttura ben definita, con un capitano, uno stazzatore, un addetto stampa, la possibilità di suddivisione in vari livelli delle manifestazioni e specifiche norme per l’attività juniores. Una specie di piccolo mondo snipe. E’ tipico delle associazioni più antiche (in campo velico ovviamente), soprattutto degli Stati Uniti: infatti anche Star e Lightning hanno la medesima struttura. Forse altre classi non hanno una simile organizzazione perché nate in momenti storici diversi, in cui l’attività era organizzata principalmente all’interno dei circoli (il nostro statuto prevede una regola apposita per le flotte “all’interno di Yacht Club”, quasi fossero un’eccezione) o direttamente dall’associazione di classe. Va da sé che a livello internazionale l’organizzazione della SCIRA è spesso portata ad esempio.

2. Lo statuto permette di iscriversi anche in flotte distanti. Come mai?
Non ci sono regole ben definite per l’iscrizione ad una flotta. Generalmente, proprio per le finalità che persegue, ad una flotta si iscrivono velisti che gravitano intorno ad una stessa località (altrimenti i compiti organizzativi specificati nello statuto non avrebbero senso). Lo stesso statuto (stiamo parlando di quello internazionale ovviamente) prevede che, qualora non sia possibile raccogliere il numero minimo di iscritti (cinque)* una imbarcazione possa iscriversi direttamente alla segreteria, il che implicitamente avvalora la struttura localizzata della flotta.
Dobbiamo tenere sempre a mente che le flotte nascono per organizzare e propagandare l’attività dello snipe, sono la base della piramide e non semplicemente un’entità associativa o di puro tesseramento. Avere la barca a Caldonazzo ed iscriversi ad una flotta di Roma è possibile, ma ha senso? Come si può partecipare all’attività della flotta e contribuire alla sua crescita? Si diventa un semplice numero sulla carta.

3. Secondo te è un vantaggio o uno svantaggio essere organizzati per flotte?
E’ certamente un vantaggio. Implica una certa mole di lavoro, ma se ben organizzata l’attività aiuta a creare un senso di appartenenza che accomuna chi condivide la medesima passione. E’ la parte serious fun del motto dello snipe, quella che fa aumentare la base. Una base numerosa e partecipe fa aumentare l’attività sportiva prima a livello locale e poi, per i migliori, a livello nazionale e anche oltre. E’ la parte serious sailing del nostro motto. Perché il giocattolo funzioni ci vogliono entrambe. Dimenticare una o l’altra vanifica l’attività, e quindi l’esistenza, delle flotte.
*lo statuto internazionale prevede 5 barche come minimo ma lo statuto italiano prevede 3 barche o 1 se è l’unica in Provincia. Lo statuto italiano è stato presentato al Board dopo le modifiche introdotte lo scorso anno ad Arco. In Italia quindi, in deroga allo statuto internazionale, possono essere costituite flotte con tre barche.

Andrea Piazza