ZENA di Andrea Cabrini

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Mi chiamo Andrea Cabrini, ho 17 anni. Io e mio papà, Silvio, siamo soci al circolo vela di Cremona, e da anni siamo tra i membri che partecipano alle diverse regate (del circolo, zonali ed anche nazionali) principalmente nel ruolo di prodieri per i vari equipaggi cremonesi. Premetto che ho buone capacità pratiche e che non mi tiro mai indietro di fronte ad una sfida, ho sempre desiderato avere una barca tutta mia, sulla quale poter assumere finalmente il ruolo di timoniere; questo desiderio non è però mai stato esaudito per diverse ragioni una fra tante anche dal liceo che frequento e dal luogo dove vivo, Cremona, che spesso mi impediva di allenarmi abbastanza da poter svolgere un ruolo così impegnativo.

Quando sono venuto a sapere della presenza dello scafo di uno snipe abbandonato, depositato in un angolo nel circolo vela di Cremona, ho subito pensato che forse questa sarebbe stata una buona occasione per mettere alla prova le mie abilità manuali, e allo stesso tempo per sistemare una barca e metterla a disposizione del circolo vela di Cremona.

Il 20 Settembre del 2019 ho quindi disseppellito l’imbarcazione ormai coperta dai rottami di diverse barche irrimediabilmente danneggiate e mi sono messo all’opera. Ѐ bastato lavarla per rendermi conto che nonostante essa giacesse inutilizzata da ormai 20 anni, la sua carena era ancora in buone condizioni, e dopo averne testato la galleggiabilità, abbiamo appurato che non aveva troppi danni, e risultava nel complesso solida e tutto sommato integra.

Abbiamo lavorato a questo progetto per più mesi, durante i quali abbiamo rimediato un albero, un boma, il timone originale e la sua deriva, per testarne la compatibilità con lo scafo. Nonostante la quasi totalità delle componenti fondamentali fossero state montate a bordo, erano ancora molte le strumentazioni che mancavano, e ormai l’inverno era già arrivato. Abbiamo momentaneamente sospeso i lavori di ristrutturazione a causa del freddo, per poi riprenderli in primavera, con i primi caldi. Un imprevisto ha però bloccato le nostre operazioni: il virus che ormai era arrivato con forza nei pressi di Cremona. Il lock-down ci ha costretti a interrompere ogni attività, e per altri tre mesi non siamo riusciti a mettere mano alla barca, anche per l’impossibilità di acquistare le parti mancanti. Durante la quarantena, sono però stato in grado di convertire momentaneamente il garage di casa in un laboratorio, nel quale avevo già immagazzinato tutte le attrezzature che ero riuscito a portare a casa durante l’inverno, e per quanto fosse possibile ho fatto piccoli lavoretti, come riparazioni di strozzatori, misurazione di scotte, lucidature di piccole parti dell’imbarcazione, la riverniciatura del timone, la sistemazione della deriva e una lista completa di miglioramenti che avrei potuto apportare allo scafo una volta possibile.

Il 20 aprile 2020, dopo che la Lombardia era in isolamento da più di 2 mesi, il virus ha tolto la vita a Luciano Abruzzi; medico, nonché mio timoniere abituale. Questo evento ha fatto sì che la mia sfida, iniziata ormai 8 mesi prima, diventasse più un omaggio, un obiettivo personale. Non appena ci è stato permesso di uscire liberamente, mi sono dedicato interamente al mio progetto; in poco tempo, con l’aiuto di alcuni esperti soci del circolo, tra i quali ringrazio Maurizio Renzi, che è stato uno dei più attivi e disponibili suggeritori, ho montato meticolosamente tutto ciò che mancava, e in men che non si dica ho issato le vele e la barca era pronta per essere varata dopo oltre due decenni di abbandono. La prima volta che è stata calata in acqua, la Zena ha catturato l’attenzione di tutti gli iscritti del circolo, che sotto sotto si domandavano se la barca, una volta scesa nelle acque del canale sarebbe stata in grado di galleggiare. Una volta fatti i primi bordi, tuttavia, la domanda di tutti non era più se la barca sarebbe tornata a riva, ma come mai fosse così veloce.

Ora, dopo pochi accertamenti, successivamente a precise regolazioni e continue variazioni, la barca è perfettamente utilizzabile e nuovamente operativa. Verso la fine di giugno, grazie al segretario dell’associazione Scira siamo risaliti al certificato di stazza e all’età della barca, che venne registrata per la prima volta nel 1980. Nonostante la sua età, che risulta essere più del doppio dei miei anni, “la Zena” ha tutte le carte in regola per tenere testa a snipe decisamente più recenti.

In attesa di uno sblocco per quanto riguarda il programma delle regate zonali (a lago e mare), con l’aiuto dei soci del mio circolo, e della varietà di opinioni dei più esperti regatanti, ogni volta che armiamo la barca per scendere in acqua, troviamo nuovi miglioramenti apportabili e grazie ai vari punti di vista degli altri equipaggi, proviamo sempre (tramite esperimenti) a fare in modo che la barca (nel suo complesso) renda il più possibile. Le condizioni di estrema variabilità del vento del porto canale dove ci alleniamo è perfetto per ogni tipo di regolazione, perché fa capire subito se qualcosa non funziona, e rende possibili cambiamenti anche una volta in acqua.

La Zena, con il numero velico 24167, ha ufficialmente ricominciato a solcare le onde all’età di 40 anni precisi, dopo averne trascorsi più di 20 sotto polvere e terra, ribaltata in compagnia di  un 470 e diversi FJ.

Le caratteristiche della classe snipe fanno si che anche barche più datate possano essere ancora competitive, grazie alla bontà del progetto originale, alla longevità della barca e alla sua struttura robusta. L’evoluzione delle regole permette comunque anche a snipe meno recenti, e quindi meno moderni, di dire la loro in alcune regate, nonostante le barche più recenti sono sicuramente più efficaci, competitive e comode. Non appena possibile, spero di poterla provare in acque più aperte, con vento maggiore e costante e verificare le sue caratteristiche.

Il lavoro non è però ancora terminato, per il momento approfitterò dell’estate per allenarmi, ma alla fine della stagione cercherò di effettuare nuove modifiche e miglioramenti approfittando del periodo invernale.

Ringrazio molto il presidente del circolo Giovanni Peri e il vecchio proprietario della barca Ennio Cerutti che mi hanno dato la possibilità di fare questa complessa esperienza.

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Bravo Andrea!!!!