
L’organizzazione, peraltro ottima e curata in ogni dettaglio in previsione di un assalto di massa pari almeno a quello dello scorso evento a Santiago de la Ribera, ha dislocato i concorrenti su una magnifica spiaggia chiamata Yytery all’interno di una larga baia protetta a sud, est e nord, ma tragicamente esposta a ovest. Tutto il personale, la segreteria, la giuria e le sale riunioni erano all’interno dell’unico hotel presente alle spalle della spiaggia. In effetti, il piccolo Segelforening i Bjorneborg non sarebbe stato in grado di contenere dignitosamente il tutto anche se, mi dicono, 12 anni fa c’era riuscito.
A dispetto del ridotto numero di partecipanti le nazioni presenti erano quasi tutte quelle del panorama europeo con un’attività di rilievo, mancavano solo il Portogallo e due-tre nazioni nelle quali lo Snipe esiste quasi solo sulla carta.
Come al solito la squadra spagnola si è presentata in forze, con tanto di allenatore a 5 stelle (Damian Borras) e una lista di concorrenti che faceva già presagire l’esito finale ancora prima dell’inizio.
E in effetti così è stato. In un campionato estremamente duro per le condizioni meteo (sono state disputate 10 prove in 4 giorni, 9 delle quali con vento tra i 15 e i 20-22 nodi e a volte qualcosina di più) i primi cinque posti sono stati a carico degli equipaggi iberici, che hanno dimostrato in quelle condizioni di avere qualcosa in più di tutti gli altri, vincendo tutte le 10 prove. Gli unici ad inserirsi stabilmente nella lotta “in famiglia” sono stati i belgi Laumans-De Bock, e, più saltuariamente, il “solito” Manu Hens con Maj Kristin a prua e io e Paolo. Che infatti siamo finiti in quest’ordine in classifica finale.
Epica l’ultima giornata, con il vento da sud-ovest sui 18-20 nodi e l’onda che, a 50 m dalla spiaggia, frangeva rendendo difficilissima l’uscita. La maggior parte degli equipaggi ha tergiversato ad uscire pensando che il CdR aspettasse perlomeno che tutti mettessero le barche in acqua (erano necessari almeno 10 minuti a barca e solo se aiutati da una terza persona), ma il Comitato aveva intenzione di disputare tre prove e così ha dato la prima partenza con solo 9 barche al via. Il resto della giornata è stata una battaglia con il vento, che spesso ha superato i 22 nodi, e l’onda che, con un fetch lunghissimo, è arrivata in alcuni momenti anche a quasi 2 metri. Giornata immortalata in maniera splendida da Matias Capizzano e secondo me perfettamente rappresentata dalla foto degli spagnoli Tiscar-Pardo in discesa dall’onda.
A Pori era prevista anche la riunione dei segretari nazionali e il consueto sailors’ forum, nel quale i concorrenti esprimono pareri e proposte riguardo a questioni tecniche.
La prima è scivolata via senza sussulti tra le relazioni dei segretari e l’analisi della situazione nei vari Paesi. Svezia e Danimarca hanno il fiato corto, la Norvegia sta cercando di risollevarsi dopo la scomparsa di Jansen, la Finlandia è stabile, la Spagna va bene, l’Italia è in leggera ripresa, abbastanza bene anche il Portogallo, il Regno Unito fa quello che può, ma non ci sono previsioni di grossi incrementi (da tenere in conto che lassù ci sono una miriade di classi nazionali che neanche ci immaginiamo), non pervenuti gli altri. Le nazioni scandinave sono state spronate a trovare formule e manifestazioni in comune per aumentare la partecipazione. La Croazia si sta muovendo molto, Marko Marinovic è stato eletto segretario sudeuropeo ed ha presentato la candidatura di Spalato per il prossimo Europeo che si svolgerà all’inizio di settembre 2020, mentre al Belgio è stato affidato il Campionato Europeo Femminile. La Norvegia potrebbe presentare la candidatura per il prossimo mondiale (2021). Bermudez de la Puente è stato riconfermato segretario europeo.
Al sailors’ forum la cosa più interessante è stata la proposta di aumentare l’età degli juniores a 25 anni, sulla scia di quanto hanno già fatto altre classi (vedi 470). Altra discussione di un certo peso ha riguardato il numero di prove da disputare in un giorno. Pareri ovviamente molto diversi, alla fine sono scaturite sostanzialmente tre proposte che saranno poi sottoposte ad un sondaggio tra i concorrenti: lasciare tutto come adesso, max due prove al giorno con possibilità della terza in caso di recupero, legare il numero delle prove al numero delle giornate (2 giorni-5 prove; 3 giorni-7 prove; 4 giorni-9 prove e 5 giorni-10 prove). Vedremo come andrà il sondaggio.
Che Pori fosse lontana ce ne siamo accorti soprattutto al rientro; dopo il viaggio di andata (per noi, da Trento, 2900 km), quattro giorni di regate in centrifuga (quasi) costante, le 42 ore del viaggio di ritorno no stop Pori – Trento via Trieste (con solo metà del percorso in autostrada) sono state lunghe. Per fortuna, grazie alla disponibilità dello Y.C. Adriaco, abbiamo avuto la possibilità di utilizzare un furgone che ha permesso a me, Paolo, Marinella e al Commodoro di alternarci alla guida (con rigidi turni di due ore a testa) potendo riposare 6 ore ogni due di guida.
Però, pensandoci bene, quando 26 anni fa sono andato in Finlandia per l’Europeo non ricordo di aver fatto tanta fatica. Chissà perché.